La vita è bella
Un film di Roberto Benigni
Con Roberto Benigi, Nicoletta Braschi, Giorgio Cantarini, Giustino Durano ...
Con la musica di Nicolas Piovani
Biografia di Roberto Benigni
Roberto Benigni è nato il 27 ottobre 1952 a Castiglione Fiorentino, in Toscana. Ha iniziato la sua carriera al cabaret e alla
televisione nel registro delle comiche, come degno erede della Commedia dell’Arte, con il suo viso di clown e il suo corpo elastico. Lui ha realmente iniziato in un registro più ritenuto
(istitutore in Pipicacadodo, di Ferreri, per esempio) ma il comico non si aspetta mai, con il suo personnaggio.
Nel 1983, realizza lui stesso « Tu mi turbi».
Nel 1984, col suo compare Massimo Troisi, torna « Non ci resta che piangere » prima di rubare la scena di
« Down by law » di Jarmusch, dove, interpreta uno dei tre personaggi principali fugitti dalla prigione. Poi, Roberto interpreta il ruolo
principale nella « La voce della luna », l’ultimo e barocchissimo film di Fellini.
Ma sarà solo nel 1991 che Benigni accede al postodi superstar in Italia, col’uscita di « Johnny Stecchino », che fu
un vero successo in Italia. Tuttavia, l’umorismo da clown di Benigni non fa tanto ridere all’estero. La situazione si ripetera per « il Mostro » (commedia
franco-italiana).
Nel tempo, l’attore ritrova Jarmusch per il film a sketches « Night on Earth » col ruolo di un autista di
taxi.
Con « La Vita é Bella », se Benigni non abbandona l’umorismo, lo tinge di un colore molto più triste. Ma con ancora
più successo: il film fu un vero trionfo internazionale (tra altri, ha ottenuto il Grane Premio della giuria a Cannes).
Riassunto
Nel 1938, Guido, giovane uomo pieno di allegria, sogna di aprire una libreria, nonostante i disturbi dell'amministrazione fascista. Si innamora di Dora, insegnante soffocata dal conformismo familare.
Cinque anni più tardi, Guido e Dora hanno un figlio : Giosue. Ma le leggi razziali sono entrate in vigore. Guido è ebreo. Un giorno, Dora rientra a casa e non trova né il figlio, né il marito. Sono stati deportati. Per amore per loro, Dora li segue nel treno che li porta in un campo di concentramento.
Guido ha soltanto un'idea in testa: aiutarli a resisteree nascondere la verità a suo figlio, opponendo all'incubo la forza del
sogno. Allora, spiega al piccolo che questo soggiorno è un gioco di sopravvivenza, al termine del quale si può guadagnare un serbatoio, una verità !
Un'emozione pregnante cosparge poco a poco questa pellicola spesso molto divertente, in breve scene dove si condensa tutta il
disperazione che cova. Benigni interpreta la sola parte possibile: si allontana da qualsiasi realismo e stile per non denunciare. Questa scelta, morale quanto estetica, è decisiva. Quando non c'è
più da ridere nella totalità e che il male, improvvisamente, diventa di un'evidenza da piangere, si misura il bel successo del cinéasta.
Il titolo
Si può parlare del senso del titolo “La vita è bella” che non corrisponde con il dramma della storia. E in contrasto con i terribili eventi dei personaggi. Ma questo titolo può avere parecchi
significati :
-Si può riferire al mondo del bambino con la storia del padre. In questo mondo, non c’è la guerra, non c’è il nazismo. Per il bambino, la vita è un gioco, dunque è una bella vita.
-Può essere uno titolo ironico e pessimista. Benigni vuole dire “guardate ! la vita è bella no ?”
-Può essere una referenza al fatto che la vita è qualcosa di bello quando c’è un padre affuettuoso contro tutti gli eventi orribili.
-Può anche essere un messaggio per gli
spettatori : guardate com’era la vita prima. Oggi, la vostra vita è bella, non lamentatevi !