Il buono, il brutto, il cattivo
Un film di Sergio Leone
Con Clint Eastwood, Eli Wallach e Lee Van Cleef
Con la musica di Ennio Morricone
A proposito di Sergio Leone
Sergio Leone è stato un regista italiano, ma anche
sceneggiatore e produttore cinematografico. È stato nato il 3 Gennaio a Roma e morto il 30 Aprile 1989 preparando un adattamento di Salisbury « i 900 giorni di Leningrad ».
È il figlio di Vincenzo Leone detto Roberto Roberti (pioniere nel cinema italiano) e dell’attrice Bice Waleran.
Oggi, Sergio Leone è veramente considerato come uno dei più grandi registi della sua epoca, e questo anche per il piccolo numero di film che ha
realizzato.
Sergio Leone comincia sua carriera come numerosi realizzatori italiani della sua epoca. Realizza per primo degli
« peplums » (= film di ricostituzione storica dell’antiquità – Colosso Di Rodi)
In seguito, mentre il western americano conosce una crisi, participa allo sviluppo del
« western spaghetti » (o western italiano). Lui dichiarava tuttavia a questo proposito « questa parola « spaghetti-western », è uno delle più
brutto che ho mai sentito in tutta la mia vita ».
Sergio Leone riusciva a fare rinascere il western negli anni sessanta grazie alla sua regia
innovativa, ricca di originalità e al suo stile.
All’inizio, Sergio Leone usava un’ americano pseudonimo « Bob Robertson », perché à quest’epoca l’americanizazzione del
nome erava un criterio importante per riuscire a diventare celebre. Questo pseudonimo aveva una conotazione simbolica nel fatto che significava Bob, figlio di Roberto, in riferimento a suo
padre, il realizzatore Roberto Roberti. È più tardi che il regista ritrova la sua vera identità, lavorando di nuovo sul nome di Sergio Leone.
Il suo stile si impone in quattro western, divenuti tra i più rappresentativi del genere :
« Per un pugno di dollari », « Per qualche dollaro in più », « Il buono, la brutta, il cattivo » (le tre opere con Clint Eastwood, cominciando cosi sua carriera) e
« C’era una volta il West ».
La sua prima trilogia è quale del dollaro. È composta delle tre opere che sono
« Per un pugno di dollari », « Per qualche dollaro in più » e « Il buono, la brutta, il cattivo ».
La seconda trilogia
si chiama la trilogia della storia dell’America. Ritraccia tre passagi importanti della Storia, il modernismo con « C’era una volta il West », la rivoluzione mexicana
attraverso « C’era una volta la rivoluzione » e l’epoca della proibizione e del gangsterismo con « C’era una volta in
America ».
La posizione globale di Sergio Leone è uno sguardo severo sull’ovest americano, i personagi
sono antipatici, brutti et cattivi.
Sergio Leone abborda
tematiche asociali come l’individualismo esacerbato, la cupidità e l’apologia della vendetta.
Lo stile di Sergio Leone
Attraverso tutte queste opere Sergio Leone ha affermato il suo style, che si esprime in particolare con il cinemascope, le grande profondità nel campo dello visione, i grossi piani in scena del duello e una musica onnipresente. Cosi si puo riassumere lo style di Leone che è conosciuto in tutto il mondo.
Dettagliatamente si puo vedere che il suo style permette prima di distinguersi
dai Western americani. Prima c’è l’importenza di personnagi oscuri, con doppia personalità. Mentre “il buono” non è veramente buono, vuole il denaro è fa tutto per
averlo.
Quindi c’è la maniera di filmare. Sergio Leone usa molto i primi piani sul viso dei personaggi. Per esempio, la scena del duello in “Il buono, il brutto, il cativo” dura più
di 10 minuti con numerosi piani del viso di Clint Eastwood, Eli Wallach e Lee Van Cleef. C’è per un momento un ritmo molto lento, un stile che permette la descrizione dei
paesaggi del deserto. Di più, Sergio Leone accorda una grande importanza agli occhi dei personaggi. Spesso, i protagonisti non parlano molto. Tutto passa negli occhi. Ci vede
la paura negli occhi di Eli Wallach e la cattiveria negli occhi di Lee Van Cleef. Non bisogna fare parlare i personnaggi. Bisogna soltanto guardare gli occhi.
Un altra particolarità del stile di Sergio Leone è l’onniprensenza della musica di Ennio Morriconne. Questa grande ed epica musica racconta più dei dialoghi. La musica è come un narratore che spiega le emozioni dei personaggi. Più che negli altri film, nei film di Leone, la musica è essenziale. Pemette di magnificare le scene e anche di mettere lo spettatore sotto pressione (scena del duello).
Anche se non fu mai imitato, lo stile di Sergio Leone ha ispirato molti realizzatori.
Omaggio di grandi nomi
Sergio Leone ha marchiato la storia del cinema con le sue impronte. Non solo per quel che riguarda il
western. Nel 1992 Clint Eastwood, regista ed interprete di « Gli Spietati » inserì nei titoli di coda la dedica
"A Sergio".
Nel 2003, un altre grande nome del cinema, Quentin Tarantino ha fatto lo stesso
omagio a Sergio Leone nei titoli di Kill Bill.
Sergio Leone attraverso il suo style cinematografico è completamente divenuto una marcha di
fabbrica.
Stanley Kubrick dichiarò che se non avesse visto i film di Sergio Leone non avrebbe mai potuto realizzare « Arancia Meccanica ».
Il western spaghetti é un sottogenere di western che deve il suo nome alle sue origini italiane. Questo genere sarà considerevolmente riconosciuto grazie a qualche filmi mitici di grande qualità. Infatti all’inizio degli anni 1960, allora che il western è in declino, registi come Sergio Leone gli danno una nuova gioventà. L’impatto del western italiano sarà cosi forte che farà radicalmente evolvere i codici e influenzerà profondamente e in modo duraturo il cinema mondiale.
Le categorie di base del western tradizionale - cioè un film di azione, che si svoge nel diciottesimo secolo o all’inizio del diciannovesimo secolo nell’occidente americano - si ritrovano
bene nelle declinazioni italiane del genere, ma il western spaghetti si distingue con qualche particolarità.
Primo, il western spaghetti oltrepassa lo schema manicheo classico e mette in scena personaggi molto piu complessi. Non si tratta più di una lotta unilaterale di gentili cow-boys bianchi,
cavallereschi e contro indiani selvaggi e primitivi o terribili banditi messicani. Al contrario, i protagonisti di western spaghetti hanno tutto degli anti-eroe. Misogini e individualilsti,
sono piu veloci a combattere per il loro portafoglio che per una causa nobile. Tuttavia, questi banditi sporchi e avidi sono più credibili dei cow-boys che sono impeccabili anche dopo avere
cavalcato giorni interi. La violenza é onnipresente: vediamo scene di duelli ma anche scene di impiccagione e di mutilazione. A differenza dei westerns tradizionali, il sangue scorre e la
crudeltà é ripartita tra i buoni e i cattivi. Dal punto di vista della fisionomia, se gli eroi hanno delle facce abominabili, i cattivi sono ancora peggio, pieni di tare diverse (strabismo;
scarificazioni…). Ma non sono soltanto opportunisti senza alcuna umanità: il western spaghetti rende i personaggi molto più umani, e sostanzialmente simpatici malgrado i loro
difetti.
Le specificità del western spaghetti non sono soltanto scenaristiche. Esteticamente, il western spaghetti si distigue con angoli di camera largamente aperti sotto grandi
paesaggi, ma anche con l’uso di inquadrature originali e espressive. La musica gioca anche un ruolo molto importante. Lenta e ritmica, fa crescere l’intensità drammatica quando lo scenario lo
domanda. Il western spaghetti ha senza contesto procurato qualccuna delle piu belle bande originali, sotto la direzione di Ennio Morricone, di Bruno Nicolai, o ancora di Francesco De
Masi.